A carnevale ogni scherzo vale


Si dice che “A Carnevale ogni scherzo vale”, ma qual è il vero significato di questo detto? Quali sono le origini della festività che caratterizza alcune tra le città più importanti italiane, come Venezia e Napoli, e che riempie tutte le strade di coriandoli?
Il Carnevale trae le proprie origini dai Saturnali, ovvero le cerimonie pagane in onore del Dio Saturno che si celebravano nell’antica Roma, oppure dalle feste dionisiache del periodo classico greco. In occasione di queste ricorrenze era lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per dedicarsi ai festeggiamenti, allo scherzo e al gioco. Inoltre, queste cerimonie erano caratterizzate dalle maschere, che rendevano irriconoscibile chi le indossava e permettevano pertanto di nascondere la propria identità e di “trasgredire in piena libertà”, favorendo un vero e proprio rovesciamento dell’ordine solito. Per di più, mascherarsi consentiva l’annullamento temporaneo delle differenze sociali tra le varie classi.
Probabilmente quindi il detto “A Carnevale ogni scherzo vale” deriva proprio dalla tradizione secondo cui in questo periodo dell’anno sia lecita qualsiasi tipologia di festeggiamento, baldoria e sovvertimento delle regole sociali. L’idea di travestirsi potrebbe però trarre le proprie origini anche da alcune festività arcaiche, in cui ci si mascherava per entrare in contatto con le energie della natura durante le cerimonie spirituali, così che in cambio di raccolti abbondanti gli spiriti concedevano l’opportunità di divertirsi e fare baldoria; oppure addirittura essa potrebbe risalire alla festa in onore della dea egizia Iside, durante la quale erano presenti numerosi gruppi mascherati.
In generale, il travestimento è diventato una caratteristica principale della festività del Carnevale, tanto che a molte città o regioni italiane sono associate una o più maschere: come Meneghino per Milano, Arlecchino per Bergamo, Colombina per Venezia, Gianduja per Torino e Pulcinella per Napoli.
Il Carnevale, però, è stato particolarmente influenzato dal Cristianesimo, che lo ha reso una festività religiosa: esso inizia infatti la prima domenica delle nove che precedono quella di Pasqua, raggiunge il culmine il giovedì grasso e termina il martedì successivo, ovvero il martedì grasso, che precede il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima. Dove si osserva il rito ambrosiano, invece, la Quaresima inizia di domenica e pertanto il Carnevale termina il sabato dopo il Mercoledì delle Ceneri.
Il Cristianesimo ha influenzato anche il nome stesso della festività: la parola “carnevale” deriva infatti dal latino “carnem levare”, ovvero “eliminare la carne”, in quanto anticamente indicava il banchetto che si teneva il giorno precedente il periodo di astinenza e digiuno dettato dalla Quaresima, durante la quale a nessuno era concesso di mangiare carne. In particolare, la festa è passata da pagana a cristiana durante il regno dell’imperatore Costantino, che inizialmente la bandí con l’ufficializzazione del cristianesimo come unica religione e successivamente la accettò con il compromesso che potevano partecipare soltanto coloro che erano disposti a digiunare per quaranta giorni prima della Pasqua.
Proprio perché ancora oggi il Carnevale precede il periodo di astinenza della Quaresima, i festeggiamenti comprendono in particolar modo dolci ed altri piatti abbondanti. Tra questi, uno dei più famosi sono le chiacchiere, diffuse in tutta Italia e in gran parte dell’Europa con nomi diversi. Secondo gli storici, l’invenzione di questi dolci risale all’epoca romana, durante la quale venivano realizzati dalle donne dei dolci a base di uova e farina e fritti nel grasso di maiale. Il loro nome era “frictilia” e venivano preparati in occasione dei Saturnali. Secondo una leggenda, invece, la storia di questi dolci fritti è legata a quello della Regina Margherita di Savoia, la stessa che diede il nome alla pizza. Si presuppone infatti che durante una chiacchierata tra la regina e alcuni suoi ospiti, la sovrana richiese un dolce al cuoco di corte Raffaele Esposito, che servì le frittelle in questione chiamandole per l’appunto “chiacchiere”.
La festività del Carnevale, con le sue maschere, i suoi dolci e i suoi colori, è diffusa in tutto il mondo e permette di travestirsi ed essere per qualche giorno qualcun altro, staccando dalla monotona e stressante quotidianità attraverso una parentesi unica di gioia e divertimento. Proprio per vivere con serenità e al meglio questa ricorrenza, è quindi giusto ricordare che a Carnevale ogni scherzo vale.
Marzia
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