Cronaca di un derby: Monza-Como


Il 5 aprile si è giocato a Monza il derby della Brianza, Monza-Como, partita sfortunatamente persa per 1-3 dalla squadra biancorossa e che porta il bilancio totale a 37 vittorie lariana, a discapito delle sole 29 biancorosse e di 30 pareggi. 97 partite giocate in totale, il secondo derby lombardo più giocato, superato solo dal derby di Milano, ma come nacque?
Per rintracciare l’inizio di questa rivalità dobbiamo tornare indietro di moltissimi anni. Monza-Como è stata fin dalle sue origini una delle gare più accese del panorama calcistico professionale; la convivenza delle due squadre, i numerosi incroci tra i due club e il calciomercato hanno inasprito di anno in anno le frizioni tra le due tifoserie.
Rivalità che si accese definitivamente tra gli anni 60’ e 80’ in seguito a due episodi, il primo dei quali risale al 4 giugno 1967. Alla fine del campionato regolare di Serie C il Monza ed il Como si trovano entrambi in cima alla classifica, un arrivo a pari punti che determinò uno spareggio sul campo neutro di Bergamo. Quel 4 giugno allo stadio Mario Brumana, oggi Gewiss Stadium, si giocò una partita accesissima caratterizzata da occasioni continue sia da una parte che dall’altra, al 32’ passò in vantaggio il Monza con Gedeone Carmignani, nel secondo tempo i comaschi assediarono la metà campo del Monza alla ricerca del pari senza però trovare la via del gol nonostante un presunto mani in area biancorossa da parte del difensore monzese Giuseppe Ferreo giudicato involontario dall’arbitro Sergio Gonella. Alla fine fu decisivo il gol di Carmignani e il Monza tornò in Serie B a discapito del Como.
Tredici anni dopo avvenne la terribile vendetta comasca, un episodio che incendiò definitivamente il derby. Il 13 aprile 1980 allo stadio Gino Alfonso Sada di Monza si fronteggiarono due grandi di quel campionato di Serie B, la capolista Como contro il Monza, terzo in classifica e a -3 dai biancoblu. Il Como durante quella gara si trovò clamorosamente sotto 3 a 2, ma al 89’ minuto la partita cambiò clamorosamente spartito, che l’astio tra le due tifoserie esplose, il bomber comasco Marco Nicoletti controllò il pallone di mano e, a seguito di un leggerissimo contatto con il difensore monzese Lino Giusto, cadde in area di rigore, con l’arbitro internazionale Luigi Agnolin che fischiò rigore per la compagine lariana tra lo stupore generale. Lo stesso Nicoletti si prese la responsabilità del rigore, segnò e porto il risultato finale sul 3-3, scatenando il disappunto di tifosi, dirigenti e, ovviamente, della tifoseria, da quel momento l’astio tra le due tifoserie esplose. Il direttore di gara fu costretto a lasciare lo stadio scortato dalla polizia, l’allenatore biancorosso Alfredo Magni non rivolse parole alla stampa mentre un dirigente monzese commentò così l’accaduto: “Non è giusto che accada questo sui campi da gioco. L’arbitro è un essere umano e può anche sbagliare. Ma errori di questo genere, me lo si conceda, hanno proprio il sapore della provocazione voluta”. In questo finale di partita rovente è da ricordare anche un pugno tirato dal centrocampista biancorosso Francesco Stanzione al portiere del Como Villiam Vecchi, oltre alle sassate da parte dei tifosi del Monza al pullman dei rivali. Il Como fu dunque promosso in A, mentre il “Borussia della Brianza” di Magni, così chiamato per via della somiglianza nel gioco offensivo e ricco di gol proposto dai tedeschi di Mönchengladbach, chiuse il suo campionato al quinto posto, a sole tre lunghezze dalla zona promozione.
Purtroppo, per la partita del 5 aprile la questura di Monza ha vietato la vendita dei biglietti ospiti, riconfermando la sua incapacità nell’organizzare il servizio d’ordine in uno stadio potenzialmente controllabilissimo, preferendo vietare direttamente il tifo organizzato. A questa decisione, la curva Davide Pieri ha reagito con durezza, criticando con cori la questura stessa ed esponendo uno striscione con su scritto: “NO ULTRAS NO PARTY”, oltre a distribuire fuori dallo stadio una simpatica, ma critica, vignetta.

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