Nel mentre l’ex FCA va a rotoli i politici scaldano le poltrone

Marco
Scritto da Marco -
Nel mentre l’ex FCA va a rotoli i politici scaldano le poltrone

Immaginatevi se il Senato e la Camera dei deputati fossero due lussuosi cinema. Tante poltrone, una mensola di fronte agli spettatori per poter appoggiare pop corn e bibite e al posto della squadra di governo un grande schermo bianco su cui viene proiettato il film di ciò che accade in Italia.

Questo è ciò che si potrebbe pensare riguardo a quanto sta accadendo col caso Stellantis in Italia e ciò che non sta facendo il governo attuale (per non parlare di ciò che non hanno fatto i governi precedenti). Qui però non si tratta tanto di essere di Destra o di Sinistra, né di tifare per Meloni o per Schlein. Si tratta semplicemente di avere un pizzico di oggettività.

Stellantis è nata nel 2020, in Italia c’era il Governo Conte II e tutto il mondo si stava movimentando per affrontare la pandemia di COVID19. In quell’anno FCA e PSA Group decisero di fondersi per creare un grosso colosso automobilistico che potesse dare forza al mercato del automotive non solo in Francia, ma soprattutto in Italia. Ritornando proprio nel nostro paese, colui che poteva cercare di moderare a nostro favore le trattative per la creazione di Stellantis era proprio Giuseppe Conte. Forse, non pensando che sarebbe accaduto tutto questo macello, le trattative tra italiani e francesi terminarono senza cambiamenti e Stellantis nacque.

Tra i sostenitori del Governo Conte c’era anche Carlo Calenda, segretario del partito Azione, ai tempi coalizzato con il PD che votò la fiducia al governo. Proprio il nostro Carlo Calenda qualche settimana fa fu invitato alla trasmissione televisiva TV Omnibus su LA7 a confrontarsi con il responsabile Risorse Umane di Stellantis Italia, Giuseppe Manca. Quest’ultimo, lì a rappresentare il colosso francese, venne più volte attaccato e accusato da Carlo Calenda riguardo il disastro che stavano causando in Italia tra licenziamenti e cassa integrazione. Ciò che però fa innervosire non è il fatto che il rappresentante dell’HR abbia risposto con le solite motivazioni che ci hanno sempre dato gli AD di Stellantis, ma è il fatto che Calenda lo abbia attaccato inutilmente su cose di cui Giuseppe Manca non ha colpa. Perché caro Carlo, che ora ti lamenti e fai il paonazzo in televisione, non ti sei inalberato 4 anni fa quando stava nascendo Stellantis con condizioni nettamente sfavorevoli per l’Italia? Perché non ti sei attivato a tempo debito a sottolineare quanto stava accadendo dato anche che in passato hai lavorato come dirigente in Maserati?

Da parte dell’ex Primo Ministro Giuseppe Conte per ora non ci sono dichiarazioni, invece il segretario del PD Elly Schlein è andato ad incontrare gli operai in sciopero di fronte allo stabilimento ex FCA di Pomigliano d’Arco. Qui, dove Schlein ha dichiarato la sua profonda vicinanza ai lavoratori però, proprio i dipendenti dello stabilimento hanno contestato il lavoro della sinistra che, al posto di essere vicina ai lavoratori, sembra sempre più allontanarsi. Trasformista invece è definibile l’azione del governo. Fin da subito la squadra guidata da Giorgia Meloni è risultata estremamente apprezzabile per quanto riguarda i risultati economici che, dall’inizio del mandato, si rilevano in Italia. Il nostro paese difatti è quello che ha un PIL che cresce più del resto d’Europa. Dato molto rassicurante, ma allora perché il governo non si sta interessando pienamente a ciò che accade con Stellantis? È da mesi che si parla di bloccare gli incentivi che il governo concede al colosso francese, che dal 1990 sono arrivati a 10 miliardi di euro. Peccato che nella finanziaria del 2025 ci sia però un emendamento “Stellantis” che proroga i finanziamenti statali. Un po’ indecisi i ministri.

Se facessimo però due conti noteremmo una piccola cosa: dato le quote di mercato attuali di Stellantis e di FCA, lo stato italiano, visto i finanziamenti concessi dall’Europa con il PNRR, potrebbe pensare di acquisire le quote di FCA per poi lasciarne la gestione a gruppi del settore automotive quali Brembo, Dell’Orto e Gruppo Piaggio. Questo sicuramente non ne garantirebbe il successo nelle vendite, ma quantomeno una minima sicurezza per gli operaio riguardo il loro posto in azienda, anche se sarebbe un costo non indifferente.

È necessario cambiare ora la direzione. I governi precedenti non si sono mai interessati a ciò che accadeva alla ex FIAT e ancora alla ex FCA, oggi capita purtroppo la stessa cosa con Stellantis. La politica si deve interessare di ciò che accade nel proprio paese! La sinistra dovrebbe imparare a giudicare meno, visto che quando c’erano al governo loro la situazione non andava meglio, mentre la destra dovrebbe capire che se le cose non le ha fatte in passato la sinistra, ciò non toglie che non le possano fare loro. Destra e Sinistra, governo ed opposizione dovrebbero coesistere per garantire le migliori scelte per lo stato invece che scannarsi per ciò che non si è fatto e che si poteva fare. Non si può continuare con una politica di chi accusa l’altro di essere fascista o comunista: è il momento che i politici superino queste bambinate inappropriate e incoerenti.

Sperando che qualcuno ci regali una speranza per la salvezza dell’industria automobilistica a Natale, noi possiamo solo osservare le decisioni che vengono prese augurandoci che tutto ciò non porti ad un fallimento del comparto automotive in Italia. A meno che qualcheduno in parlamento non si svegli però, la situazione attuale è abbastanza in stallo.

Il Gualto

L’immagine utilizzata per questo articolo è stata creata da Alessandro Di Marco per ANSA.

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