Frieren: cosa succede dopo la fine del viaggio?


Quando leggete un libro, guardate una serie TV o giocate a un videogioco di stampo fantasy puro, vi siete mai chiesti cosa succede dopo la fine delle loro storie? Cosa pensano i personaggi alla fine della loro impresa e cosa faranno una volta tornati alle loro case e alla vita di prima? È quasi naturale, almeno una volta, fermarsi a riflettere su quale possa essere il loro futuro: forse intraprenderanno una nuova avventura, si dedicheranno ad aiutare e proteggere gli abitanti dei loro villaggi, oppure sceglieranno di ritirarsi a vita privata, conducendo un’esistenza tranquilla e pacifica. Queste fantasie spesso prendono forma in sequel o spin-off, che approfondiscono i numerosi scenari possibili dopo la conclusione delle imprese dei protagonisti. Tuttavia, esiste un’opera giapponese che fa di questo concetto il suo punto cardine e il suo punto di partenza, cominciando proprio dalla fine della storia, quando i nostri eroi tornano nella capitale dopo una leggendaria impresa durata dieci anni. Questa è la storia della millenaria e leggendaria elfa della compagnia dell’eroe, di come ha compreso il vero valore del tempo sulla propria pelle e di come intraprenderà un nuovo viaggio per assimilarlo e comprenderne il significato. Un viaggio in cui cercherà di capire gli esseri umani in tutte le loro sfaccettature, di riflettere sul senso della sua precedente impresa e di riscoprire i momenti vissuti con l’eroe e gli altri suoi compagni. Questa è la storia di Frieren.
Frieren, oltre la fine del viaggio (Sousou no Frieren in originale), opera scritta da Kanehito Yamada e narrata attraverso i disegni di Tsukasa Abe, il cui manga è attualmente pubblicato sulla rivista Weekly Shonen Sunday di Shogakugan, come detto in precedenza, si distingue sul piano narrativo per presentarsi come un fantasy e uno shonen molto atipico.
La storia inizia alla fine dell’impresa dell’eroe, quando Frieren e i suoi compagni tornano vittoriosi nella capitale dopo dieci anni di viaggio. Un lungo periodo per gli umani, ma solo un battito di ciglia per l’elfa millenaria, che affronta tutto con distacco e indifferenza, sottovalutando l’importanza dei legami. Tuttavia, cinquant’anni dopo la sconfitta del Re Demone, la morte dell’eroe Himmel la scuote profondamente. Solo allora Frieren si rende conto di quanto poco valore abbia dato ai momenti trascorsi con i suoi compagni, sperimentando per la prima volta la tristezza, il rimpianto e il dolore del lutto. Anni dopo, Frieren decide di intraprendere un nuovo viaggio verso il “Paradiso”, il luogo in cui riposano le anime dei defunti. Questa volta, però, non sarà sola. Ad accompagnarla ci saranno gli allievi dei suoi ex compagni di viaggio: Fern, l’allieva del chierico Heiter, e Stark, discepolo del nano Eisen. Insieme ripercorreranno le tappe del suo vecchio viaggio, osservando quanto il mondo sia cambiato negli ottant’anni trascorsi dalla morte dell’eroe e affrontando nuove sfide che porteranno Frieren a riflettere sul passato, sui legami e sul senso del tempo.
Una delle particolarità di Frieren, oltre la fine del viaggio, è il suo ritmo narrativo. Più che un fantasy d’azione, si presenta come un slice of life ambientato in un mondo magico. La trama non si concentra sulle battaglie, ma sulla quotidianità del viaggio: aiutare un mercante il cui carro si è ribaltato, trovare il modo di attraversare un territorio ostile, o trascorrere del tempo in un villaggio. Questi momenti apparentemente semplici non sono casuali, ma rappresentano i tasselli di una grande lezione che Frieren sta cercando di apprendere: comprendere gli esseri umani, la loro vita breve ma intensa, il loro modo di agire, le loro speranze e le loro sofferenze. Tuttavia, anche se rari, i momenti d’azione sono realizzati con una regia narrativa elegante e strategica. I principali avversari del viaggio sono i resti dell’esercito demoniaco, esseri che hanno affinato l’arte dell’inganno e della manipolazione per sfruttare gli umani. Per Frieren, però, i demoni sono molto più di semplici nemici: sono i persecutori del suo popolo, responsabili di una caccia spietata agli elfi. Questo odio l’ha portata a sviluppare un eccezionale controllo del mana, permettendole di nascondersi e colpire con precisione letale. Uno degli elementi più affascinanti dell’opera è la caratterizzazione dei personaggi. Ogni figura, dai protagonisti ai personaggi secondari, è costruita in modo realistico, con pregi, difetti e debolezze che influenzano le loro azioni e il loro sviluppo. Frieren, nonostante la sua immensa potenza, è un’elfa introversa e distaccata, che evita di ostentare le proprie abilità. Riflessiva e strategica, appare fredda e impassibile, ma cela una profonda sensibilità, esprimendo affetto attraverso piccoli gesti piuttosto che con le parole. Tuttavia, il suo lato estremamente pigro rallenta spesso il viaggio. A bilanciare questa sua indolenza c’è Fern, la sua allieva, con la quale sviluppa un rapporto simile a quello tra madre e figlia. Fern non solo aiuta Frieren a comprendere meglio gli esseri umani, ma è anche in grado di metterla in riga quando si lascia andare troppo alla sua natura elfica. Infine, c’è Stark, un giovane ingenuo e a tratti pauroso, ma capace di sprigionare una forza devastante e una sorprendente lucidità nei momenti critici. Con la sua presenza, il gruppo trova un equilibrio tra saggezza, determinazione e istinto.
Per quanto riguarda l’approccio all’opera, bisogna quindi fare un piccolo confronto tra manga e anime: Il manga offre una lettura leggera, affrontando l’elaborazione del lutto con malinconia e tristezza senza risultare pesante, alternando a momenti più sereni grazie alle interazioni tra i personaggi. I disegni riflettono perfettamente questa atmosfera, privilegiando la quotidianità rispetto all’epicità, con uno stile semplice ed essenziale, ma piacevole. Tuttavia, le battaglie risultano poco dinamiche e talvolta difficili da seguire. L’adattamento animato, oltre a essere estremamente fedele all’opera originale, approfondisce ulteriormente i suoi temi chiave, dando il giusto spazio agli aspetti più rilevanti. Le battaglie raggiungono un livello epico grazie a un eccellente comparto tecnico, con animazioni straordinarie e una colonna sonora incantevole di Evan Call (Violet Evergarden, My Happy Marriage). Inoltre, l’anime si distingue per un doppiaggio italiano di alta qualità.
Frieren, oltre la fine del viaggio si distingue per il suo approccio unico al genere fantasy, raccontando la storia non di un’epica impresa, ma di ciò che avviene dopo. Con il suo ritmo pacato, personaggi sfaccettati e momenti d’azione studiati nel dettaglio, l’opera riesce a trasmettere una riflessione profonda sul tempo, sulla memoria e sul valore dei legami umani.
Commenti