Il tempio della velocità: l'autodromo di Monza


Lungo 5,793 km ed inaugurato nel 1922 è ad oggi il secondo autodromo attivo più longevo al mondo dopo l’ovale di Indianapolis. L’Autodromo Nazionale di Monza è un concentrato di emozioni ed adrenalina immerso nel verde del parco della Villa Reale.
Da più di cento anni ci corre la F1 e dalla sua nascita ha subito vari cambiamenti fino a divenire il tracciato a 11 curve che conosciamo noi oggi.
I lavori di costruzione del circuito cominciarono il 15 maggio finanziati dall’ACI per festeggiare l’anniversario di fondazione. Grazie al riutilizzo di vecchie strade per limitare i danni ambientali all’interno del parco, dopo soli 110 giorni l’autodromo fu pronto per dare il via alle corse. Il 28 luglio i piloti Pietro Bordino e Felice Nazzaro fecero i primi giri inaugurali su una FIAT 570. Il Circuito prevedeva un tratto stradale di 5,5 km e un anello ovale ad alta velocità da 4,5 km. Il Gran Premio si svolgeva nel circuito completo ovviamente, con un totale quindi di 10 km.
Nel 1939, a causa di svariati incedenti mortali durante il GP del ‘33, l’anello ad alta velocità e le paraboliche vennero chiuse e demolite e il circuito stradale venne modificato. La Curva del Vialone, dove oggi è presente la Variante Ascari, venne abbassata e collegata ad un nuovo rettilineo parallelo a quello Centrale, per poi condurre a due curve a gomito che immettevano i piloti sul rettilineo d’arrivo. Questo nuovo tracciato, adoperato fino al 1954, divenne lungo 6,3 km. Con questi lavori si aggiornò anche quello che era denominato il Circuito Pirelli, cioè un tracciato usato dal costruttore di gomme per test automobilistici.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il Circuito di Monza venne destinato allo stoccaggio di rifiuti bellici e nel 48’ si lavorò per rimediare ad alcuni danni dovuti a colpi d’artiglieria. Nel 1955 l’anello ad alta velocità venne riprogettato a per garantire la continuità dei sempre più frequenti tentativi per superare il record di velocità. Il circuito stradale venne accorciato e al posto delle due curve a gomito, nacque quella che oggi è la parabolica intitolata a Michele Alboreto e il circuito completo tornò a misurare 10 km. Nello stesso anno perse la vita Alberto Ascari e la Curva del Vialone, dove avvenne l’incidente, venne rinominata Curva Ascari.
Negli anni successivi, a causa delle sollecitazioni fisiche dovute alla forza centrifuga sulle paraboliche ad alta velocità, i team si rifiutarono di utilizzare l’anello e nel 1961 morì Wolfgang von Trips. L’incidente causò la morte di 12 spettatori. Nel 1965 si corse la prima 1000 km di Monza e negli anni successivi, per diminuire la velocità ed aumentare la sicurezza vennero costruite delle varianti permanenti. I lavori di messa in sicurezza vennero realizzati nel 1994, 1995, 2000 e 2014 e con essi si aggiornarono la Variante del Rettifilo (Variante Goodyear), il Curvone di Biassono e le due Curve di Lesmo.
A perdere la vita in questo circuito furono: Materassi, Ascari, von Trips, Rindt, Arcangeli, Campari, Borzacchini, Czaykowski, Peterson e Ugo Sivocci; tra i motociclisti Renzo Pasolini e Jarno Saarinen, vittime di uno scontro nel Gran Premio delle Nazioni del 1973.
Nei primi 7 mesi del 2024 l’Autodromo ha subito un grosso rimodernamento e messa in sicurezza grazie ai soldi stanziati con il PNRR. Tutto il circuito è stato riasfaltato con un nuovo catrame ad elevate prestazioni, vie di fuga, cordoli, scoli dell’acqua e sottopassi. Nel 2025 si prevedono già nuovi rimodernamenti. Grazie agli ultimi lavori l’Autodromo ha riaggiornato il contratto di Formula 1 con la FIA fino al 2031.
Nella provincia più ricca d’Italia e all’interno del parco recintato più grande d’Europa sorge il circuito più veloce del continente, immerso nel verde e con un cuore che batte ancora forte dal 1922. Al sui interno ci hanno corso piloti di Formula 1, Superturismo, Granturismo, campionati Porsche Carrera, Superbike e ancora molti altri ci correranno. Da tutto il mondo è invidiato e visitato e molti vengono a Monza per poter godere della sua maestosità dal vivo e magari per correrci durante un Track Day.
Il Gualto
L’immagine utilizzata per questo articolo è stata scattata dall’autore.
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