La società capitalista odierna e la spiritualità

Chiara
Scritto da Chiara -
La società capitalista odierna e la spiritualità

Esiste Dio? Se esistesse, chi sarebbe? Il padre di Cristo o il Denaro?

Viviamo in una società in cui il cuore pulsante della produzione delle fabbriche, delle decisioni dei politici e delle scelte di ogni individuo è volta ad unico obbiettivo: i soldi; che sono diventati ormai il motore delle nostre azioni.

Un semplice pezzo di carta, a cui l’uomo ha assegnato un valore diventa pretesto per litigi, guerre e soprattutto infelicità. Oggi la felicità è quantificata da ciò che possediamo: il nuovo cellulare, il nuovo paio di scarpe, la vacanza “instagrammabile”. Siamo convinti che l’apparenza (l’unica cosa che il denaro può comprare) ci garantisce la felicità. Anche io lo pensavo, ma forse ho capito che questo desiderio di possedere sempre di più è solo un modo che la società capitalista ci suggerisce per non scoprire veramente chi siamo. Perché se ci guardassimo veramente dentro scopriremmo che siamo persone piene di vuoti e di fratture e che la felicità a cui aspiriamo è quasi irrealizzabile e l’unico modo per ingannarci e cercare di sopravvivere è abbassare la testa e continuare questo impulso sfranto di acquisto e riacquisto di oggetti che andranno poi a prendere polvere sul mobile di camera nostra.

In realtà, questo concetto ce lo sentiamo ripetere sempre, dentro di noi sappiamo che siamo infelici, ma non vogliamo indagare perché siamo storditi da ciò che dobbiamo fare e ci dimentichiamo di chi vogliamo essere e di quale direzione dare alla nostra vita. Ci inventiamo scuse del tipo: “non ho tempo”, invece il tempo lo abbiamo… non abbiamo il coraggio di scoprirci, perché questo significherebbe prendere coscienza di una parte debole di noi, di cui spesso ci vergogniamo.

Una sola domanda basterebbe per provare a cambiare questa vita dove la società capitalistica fa prevalere la parola “io” sul “noi”: “Cosa voglio fare della mia esistenza?”. Quali sono gli ideali che danno un vero senso alla vita e soprattutto, dove è possibile trovarli? Sicuramente nella religione. La religione, a cui quasi tutti ormai siamo diventati “allergici”, dà degli ideali per una vita piena di amore, fratellanza e di autentica felicità.

È vero, sembra paradossale trovare la soluzione di un problema così nuovo come può essere la società capitalistica, con una dottrina che esiste da più di duemila anni. Ma forse è proprio questa sua lunghissima durata la chiave. Se ci fermiamo a pensare la Chiesa nel corso della sua storia ha commesso degli sbagli enormi, ricordiamo ad esempio: le crociate, la vendita delle indulgenze, l’inquisizione… ma nonostante tutti questi errori la religione c’è ancora.

Ho sempre trovato affascinante l’idea che oggi un qualsiasi oggetto ha una vita molto breve, a stento riuscirei a citarne alcuni che superano i quattro anni di utilizzo, e invece la religione persiste costantemente. Ecco, questa sua permanenza nella mente delle persone significa solo una cosa: che il messaggio che tramanda è veramente qualcosa di unico.

La religione persiste ancora, perché diventa l’unico appiglio di verità in una società falsa. In un mondo che riesce solo a giudicare, che ti vuole bene solo se dai qualcosa in cambio; la religione ha questo “potere” di farti sentire unico, irripetibile e amato per come sei. Quando ci rivolgiamo a Dio non siamo costretti a sembrare perfetti, abbiamo l’opportunità di essere chi siamo realmente, senza avere paura e questa autenticità ci permette di raggiugere quella felicità che la società capitalista ha reso solo un’illusione.

È importante però sottolineare una differenza tra quella che è la religione/ spiritualità e l’istituzione ecclesiastica. Come abbiamo detto prima, la Chiesa ha commesso tanti errori e questo è “normale” in quanto essa è formata da uomini che per perseguire i loro interessi sono disposti anche ad andare contro la loro vocazione. Ciò che invece incarna il vero significato di spiritualità è la dottrina stessa, che ci fa sentire quel fuoco nel cuore che illumina il nostro sentiero quando non sappiamo che strada scegliere e che ci dà conforto quando tutto sembra perso. Dove la Chiesa sbaglia e cade, la religione rimane sempre salda e presente.

In una società capitalistica come la nostra è quindi necessario un contatto con la spiritualità, un contatto che ci permetta di scoprire la parte più autentica degli uomini. Per farlo non è necessario andare in chiesa tutti i giorni, ma vivere secondo le norme della nostra religione. Avere uno sguardo compassionevole oppure essere pronti ad aiutare chi ha bisogno è solo l’inizio per poter sperimentare una vita ricca di felicità. Dove la felicità non risiede nel possedere un telefono nuovo, ma nello scoprire che un gesto, una parola o semplicemente la nostra presenza può essere indispensabile per qualcuno.

In una società che sta andando sempre più verso l’apparenza, proviamo ad essere un po’ più autentici e veri.

Chiara

L’immagine utilizzata per questo articolo è un’opera pubblicata con licenza CC0

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