Massimo Bulleri, una vita sul campo di basket

L'Orsetto Fa(s)cinoroso
Scritto da L'Orsetto Fa(s)cinoroso -
Massimo Bulleri, una vita sul campo di basket

Nella giornata di venerdì 21 febbraio Massimo Bulleri (noto ex cestista ed attuale allenatore della Dinamo Sassari) è stato invitato all’Istituto Mapelli per rispondere a delle domande riguardo la sua vita e la sua professione.

Massimo è subito parso un uomo molto gioioso e solare, nonostante si potesse notare una certa timidezza, caratteristica che porta fin dalla nascita e con il quale ha dovuto fare i conti soprattutto a causa della sua professione.

Un altro fattore che si è potuto notare è stata la sua schiettezza, lui stesso ha affermato di essere sempre stato un uomo di poche parole, qualità che ha dovuto migliorare soprattutto quando ha iniziato la sua carriera da allenatore.

Una cosa su cui si è voluto soffermare molto è stato il suo rapporto con la scuola; nonostante le società per le quali aveva lavorato gli avessero offerto di studiare ad una scuola privata, lui ha sempre rifiutato queste proposte, preferendo studiare una scuola pubblica poiché non voleva usufruire del suo lavoro per semplificarsi la vita. Questo è dovuto soprattutto ad una cultura del sacrificio che Massimo ha coltivato fin da piccolo, infatti, la parola più usata in quel pomeriggio è stata proprio sacrificio: “Non c’è grande giocatore senza grande uomo” ha detto, o anche “Non esiste uomo di successo senza essere una grande persona”; insistendo sul fatto che questo ragionamento non si applica solamente nel mondo dello sport, ma anche al mondo di tutti i giorni.

Successivamente Massimo si è soffermato sull’importanza del lavoro individuale affermando che, nonostante anche un pizzico di talento sia fondamentale, il fattore più importante è il sacrificio, cosa che forgia il carattere e permette di superare gli ostacoli, dichiarando successivamente che se un atleta possiede tantissimo talento, ma non fa lavoro individuale, non farà mai una grande carriera, al contrario di chi non ha talento, ma ci mette molto lavoro individuale. Alla fine, come a scuola, a lavoro o nel mondo dello sport, serve sempre molto sacrificio.

L’incontro è terminato con Massimo che, oltre che a fare battute e rispondere ad ulteriori domande, ha consigliato a tutti gli studenti di avere chiare le proprie priorità se volessero raggiungere i propri obbiettivi.

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