È morto Papa Francesco, il Papa dei poveri

Il Gualto
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È morto Papa Francesco, il Papa dei poveri

“Fratelli e sorelle, buonasera!”. Con queste parole il 13 marzo del 2013 papa Francesco salutava i fedeli raccolti in Piazza San Pietro per la sua elezione a vescovo di Roma. Muore a 88 anni il Sommo Pontefice dopo un periodo difficoltoso dovuto ad una forte polmonite bilaterale che lo aveva tenuto ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per quasi 40 giorni. 12 anni di pontificato che hanno segnato non solo la Chiesa di Roma, ma tutto il mondo, credenti e non. Bergoglio fin dall’inizio ha voluto decentralizzare la curia focalizzando così la chiesa sui più bisognosi, sui poveri. Più volte il Papa è stato criticato da molti cardinali per questo modo di fare al quanto lontano dall’ala conservatrice del Vaticano, ma egli ha sempre continuato a testa alta per la sua strada per compiere la sua rivoluzione. E lo si è visto fin dall’inizio, tant’è che il primo viaggio che Francesco fece fu sull’isola di Lampedusa, a pregare per i morti e a consolare coloro che dopo estenuanti viaggi erano riusciti a raggiungere la costa italiana. Da molti era definito il Papa della gente, il Papa dei poveri, infatti tutti i suoi viaggi che lo hanno portato a visitare diverse parti del mondo avevano un solo scopo: raggiungere le periferie delle città e coloro che più necessitavano di aiuto. E Francesco diede fin da subito un segnale rassicurante a codesti attraverso la Giornata Mondiale della Gioventù che, nel 2013, si tenne a Rio de Janeiro. Poi l’apertura della Porta Santa durante il Giubileo straordinario del 2016, che avvenne a Bangui, città martoriata nel Centrafrica. E ancora con le innumerevoli visite alle carceri italiane, le telefonate fuori protocollo ai fedeli bisognosi, le preghiere fuori programma a Santa Maria Maggiore, gli incontri a sorpresa in San Pietro… Francesco nel 2013 si aspettava un po’ questa carica importantissima per la chiesa, tant’è che durante il conclave i voti di scrutinio in scrutinio continuavano a crescere. Come forse un po’ si aspettava che a breve sarebbe arrivata la sua ora. Infatti durante il giorno di Pasqua, a sorpresa, scelse di fare un giro in Papamobile per salutare i fedeli gremiti in Piazza San Pietro e in tutta Via della Conciliazione. Un’informalità che Francesco amava fare, anche perché nel suo pontificato di formalità se n’è vista davvero poca. Basti pensare alla scelta di vivere nell’appartamento di 50 mq di Santa Marta piuttosto che nel ricco e decorato Palazzo Apostolico. La semplicità che contraddistingueva papa Francesco la si nota anche nelle scelte che egli ha voluto attuare per i propri funerali. Infatti le esequie sono state tutte semplificate, il feretro verrà riposto nella bara subito dopo il rito della Constatazione a Santa Marta per poi essere trasferito per qualche giorno nella Basilica di san Pietro per poter permettere ai fedeli di dargli l’estremo saluto. Dopo i funerali la salma non verrà riposta nella cripta dove riposano per tradizione tutti i papi, ma nella Basilica di Santa Maria Maggiore, come Bergoglio aveva voluto nel suo testamento redatto il 29 giugno del 2022. Nel cuore di tutti i fedeli rimarrà la semplicità di Francesco, il suo amore per i bambini, la sua tenerezza nei confronti dei più anziani, le sue attenzione verso i poveri come Francesco d’Assisi, la sua schiettezza nel dire ciò che pensava. Tutti i fedeli del mondo pregheranno per lui, come egli aveva sempre chiesto alla fine delle proprie riflessioni. Questo è stato e rimarrà il Papa che veniva quasi dalla fine del mondo, il Papa della gente, o semplicemente Francesco.

Curiosità: cosa accade alla morte di un Papa?

Da quando la sede delle Sommo Pontefice è vacante, cioè dalle 7:35 del 21 aprile 2025, tutte le cariche apostoliche vengono ufficialmente annullate, tranne quelle del camerlengo, cardinale Kevin Farrell, che sostituirà il Papa negli affari generali fino a nuova elezione, il decano, cardinal Giovanni Battista Re, e il penitenziere maggiore, cardinal Angelo De Donatis. Dopo aver eseguito il rito della Constatazione, presieduto dal camerlengo, la salma viene esposta a Santa Marta e poi in San Pietro e la Congregazione dei Cardinali si riunirà per decidere le caratteristiche che dovrà avere il nuovo pontificato. Tra il quarto ed il sesto giorno successivi alla morte si dovranno celebrare i funerali a cui seguono nove giorni di lutto. Mentre entro massimo 15/20 giorni si dovrà cominciare il conclave (dal latino “chiuso a chiave”) che riunirà tutti i cardinali (al di sotto degli 80 anni) nella Cappella Sistina per eleggere il nuovo vescovo di Roma. Alla fine di ogni scrutinio dal camino del Palazzo Apostolico uscirà la “fumata” che, se bianca, comunicherà al mondo intero che i cardinali hanno scelto il nuovo papa. Dopo il conclave il cardinale protodiacono annuncia l’elezione del nuovo pontefice dalla loggia di san Pietro attraverso la seguente formula: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam! Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum (nome dell’eletto in accusativo latino), Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem (cognome dell’eletto non tradotto in latino), qui sibi nomen imposuit (nome pontificale in accusativo o genitivo latino, seguito dall’eventuale aggettivo numerale ordinale)”.

Simone e Christian

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Appassionato di automobili e Alfista nel cuore, nel tempo libero scatto foto all'Autodromo di Monza.

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