I referendum di giugno 2025

Tommy
Scritto da Tommy -
I referendum di giugno 2025

Siamo a maggio. La fine della scuola è vicina; finalmente si potranno accantonare i propri doveri per potersi abbandonare al sole, al mare, al piacere.

Tuttavia, prima di poterci completamente rilassare, è nostro dovere in quanto cittadini (se voi che leggete siete maggiorenni) non dimenticare di un ultimo impegno che dobbiamo mantenere: votare.

Per la maggior parte di noi, l’unico voto che conta veramente è quel numero scritto in rosso in alto a destra, che deciderà se l’estate dobbiamo studiare o se possiamo farci gli affari nostri. Ma la verità è che quel numero in realtà non conta poi così tanto guardandosi indietro.

Il voto veramente importante è quello che le istituzioni ci chiedono di dare, senza alcun rischio, attraverso i referendum, ossia approvare o meno una particolare modifica che il nostro governo vorrebbe o meno apportare a delle normative.

Se avete visto il telegiornale ultimamente, allora saprete che l’8 e 9 giugno verrà indotto un nuovo referendum e che il nuovo governo ha spronato la popolazione a non votare, il che è alquanto paradossale.

Questa volta i temi sono il lavoro e la cittadinanza. Si tratta di referendum abrogativi che mirano quindi con il raggiungimento del quorum e la vittoria dei sì a cancellare o modificare alcune norme che secondo i promotori del referendum, restringono le tutele dei lavoratori in caso di licenziamento, contratti a termine e infortunio sul lavoro, e limitano la naturalizzazione degli stranieri extracomunitari residenti da tempo in Italia.

Per chi non lo sapesse, il quorum è il numero minimo di voti affinché una decisione, un’elezione o un’assemblea siano considerate valide. Proprio per questa ragione, il governo, non essendo allineato politicamente alle modifiche di questo referendum, chiede ai suoi stessi cittadini di non andare a votare. Tuttavia, dobbiamo tenere a mente che questo comportamento non è una cosa tipica della destra: ogni governo, nel momento in cui la popolazione votasse per esprimere un’opinione contraria al potere costituito, cercherebbe di arginare la decisione in ogni modo possibile.

Per andare più nel dettaglio, la proposta in merito alla cittadinanza prevede di dimezzare il tempo di residenza legale da 10 anni a 5. In caso di vittoria dei sì verrebbe dunque agevolato l’acquisto della cittadinanza per molti stranieri maggiorenni e di conseguenza anche per i loro figli minori conviventi, che diventerebbero cittadini con la naturalizzazione dei genitori.

Per quanto riguarda invece la proposta sul lavoro, sono quattro quesiti principali.

Il primo è l’abolizione del contratto a tutele crescenti, che prevede che il dipendente a tempo indeterminato di un’impresa con più di 15 lavoratori, non possa essere reintegrato nel posto di lavoro se il licenziamento è dichiarato illegittimo.

Il secondo quesito è sull’indennità di licenziamento nelle piccole imprese, mentre il terzo e il quarto riguardano rispettivamente i contratti di lavoro e gli infortuni sul posto di lavoro.

Le operazioni di voto si svolgeranno domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. Per votare occorre recarsi nel proprio seggio di residenza, muniti di tessera elettorale e documento di identità valido. Gli elettori riceveranno al seggio cinque schede di colore diverso, una per ciascun quesito e dovranno porre la X sul sì, se sono d’accordo all’abrogazione delle leggi indicate nel singolo quesito o sul no, per lasciare in vigore le attuali norme. Per la validità del referendum deve essere raggiunto il quorum, del 50% +1 degli aventi diritto al voto.

Non recarsi alle urne dunque può concorrere al mancato raggiungimento del quorum, lasciando in vigore le norme che i quesiti hanno l’obiettivo di abrogare. Di conseguenza, mi appello a tutti gli studenti che possono andare a votare e li sprono a farlo, considerano che anche l’atto di non votare corrisponde a sostenere un risultato piuttosto che un altro.

Almeno, se il cittadino risponde “no” darà prova di voler comunque essere partecipe alla vita politica dello Stato.

Tommy

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