Simpatico: quando una parola fa la differenza


Avete presente la parola “simpatico”? Oggi la usiamo un sacco per dire che una persona è divertente, piacevole, che ci fa ridere, ma in passato questo termine aveva un altro significato.
Non si riferiva tanto al carattere di una persona, ma più a un legame profondo, a un’affinità tra persone e persino cose. Secondo Empedocle era addirittura una forza attrattiva di carattere vitale che legava fra loro gli esseri. Insomma, “simpatico” indicava una corrispondenza, un essere in sintonia con qualcuno.
Ad essere precisi, come derivato della parola simpatia, il termine proviene dal verbo greco pathein “soffrire” preceduto dalla preposizione syn “con”: simpatico era colui che si dimostrava capace di soffrire con gli altri, quindi di entrare in contatto con i loro sentimenti.
Col passare del tempo il significato si è spostato verso quello che conosciamo oggi. Quando pensiamo ad una persona simpatica, ci viene subito in mente l’amico divertente, quello con cui ridiamo sempre, che fa tante battute, ma con il quale magari non riusciamo ad aprirci dal punto di vista emotivo.
E tu, preferisci il significato antico o moderno?
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