Una nuova vita tra paura e felicità: l'università
    
Il traguardo che tutti gli studenti delle superiori vogliono raggiungere: la maturità, è per me un lontano ricordo.
Mi sembra ieri che l’avventura al liceo è cominciata ed invece, in un batter d’occhio è già finita. Quei cinque lunghi anni trascorsi tra i banchi del nostro Mapelli fanno ormai parte del passato e senza sapere bene come, mi sono ritrovata a rispondere a una domanda che viene fatta a tutti i bambini: cosa vuoi fare da grande? Sembra una domanda innocua, ma in realtà è estremamente profonda perché la sua risposta detterà inevitabilmente il futuro della nostra vita.
E piano piano, il futuro della mia vita è arrivato… l’estate è finita e l’anno accademico universitario è cominciato. La prima settimana è stata molto particolare perché mi sono trovata ad adattarmi ad un ambiente completamente diverso da quello che per me era stata la scuola fino a quel momento.
In primo luogo ho scoperto la dura vita dei pendolari che devono svegliarsi quasi due ore prima dell’inizio delle lezioni per arrivare in aula puntuali. Ho poi scoperto come l’università sia un luogo veramente bello per conoscere nuove persone provenienti da tutta Italia e intraprendere con loro un rapporto di sincera amicizia per supportarsi durante lo “studio matto e disperatissimo” delle sessioni e soprattutto per condividere momenti di spensieratezza e di divertimento assieme.
L’università insomma è un posto veramente bello, dove ti senti finalmente grande e artefice della tua vita; ma se devo essere sincera, è anche il primo luogo in cui cominci ad essere veramente responsabile per le tue decisioni… puoi decidere di frequentare, di stare a casa o di alzarti nel bel mezzo di una lezione e nessuno ti dirà nulla. I professori non sono più come al liceo, non ti chiederanno di portare il libretto delle giustifiche firmato per il giorno dopo… a dire il vero per loro non sei nessuno, non sanno chi sei, da dove vieni o quali sono le tue passioni… per loro sei soltanto una matricola: un numero; ed è giusto così in quanto sarebbe impossibile per loro ricordarsi i nomi e i volti di duecento o trecento persone.
Durante la prima settimana da pendolare ho fatto molta attenzione al fatto di essere diventata in un batter d’occhio un nessuno. Se durante il liceo avevo una mia routine consolidata in cui mi alzavo con calma, facevo una strada che sapevo fin da quando ero bambina, incontravo persone durante il tragitto che conoscevo da sempre, entravo in un edificio in cui sapevo perfettamente dove si trovassero i corridoi, le bidelle, i compagni e i prof… mi sono ritrovata ad andare a Milano con treni e metro pieni di gente, dove ogni giorno vedi tantissime persone ma al tempo stesso non vedi nessuno… capita di incontrare ogni giorno una stessa persona che prende il treno assieme a te, con la quale condividi tutto il tragitto, ma non sai chi sia… è una cosa normale, che mi sarà capitata tantissime volte, ma i primi momenti era veramente strano.
La prima settimana di università è stata per me uno sgretolamento di tutte le certezze che mi ero costruita in questi cinque anni al Mapelli. In realtà, come ogni nuova avventura, bisogna semplicemente dare il giusto tempo a noi stessi per abituarci ad una vera e propria vita nuova, e piano piano anche io mi sono abituata.
Ho scoperto che le certezze che pensavo di aver perso, in realtà erano ancora ben salde… avevo paura di essere diventata una persona diversa per il semplice fatto che nessuno mi conosceva, ma ho scoperto che ero sempre io… solo che stavo vivendo una nuova fase della mia vita. Sono riuscita a conoscere nuove amiche con le quali, nonostante abbia passato un solo mese in loro compagnia, sembra che ci conosciamo da anni.
Ho conosciuto anche altri pendolari con cui condividere il viaggio e ho scoperto la possibilità di vedere Milano la mattina presto… sembra una stupidaggine, ma avere l’opportunità di iniziare la giornata vedendo il Duomo, City Life o semplicemente camminare per le vie milanesi completamente deserte alle otto di mattina, per poi raggiungere l’Università piena di persone, che non sono tutte sconosciute, ma che anzi diventano volti ricorrenti nella memoria, è veramente bello.
Dopo il primo giorno di lezioni in Università ho fatto un unico pensiero: sarà un percorso lungo, ma bello. In un primo momento avevo paura, ma ora sono veramente contenta di aver intrapreso questo nuovo capitolo della mia vita. Certamente ci sono momenti in cui mi manca il Mapelli, ma poi mi ricordo di quanto mi stia trovando bene con le nuove amicizie fatte in Uni e di quanto quella stessa libertà che inizialmente mi faceva paura, ora non la abbandonerei per nulla al mondo.
L’Uni è una nuova avventura, che è appena cominciata, ma in tutta sincerità penso che sarà bellissima.
L’immagine utilizzata per questo articolo rappresenta il logo del Duomo di Milano ed è pubblicata su WikiMedia sotto licenza CC BY 2.0.
    
 
                    
                
            
 
                    
                
            
 
                    
                
            
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