Una traferta natalizia

L'Orsetto Fa(s)cinoroso
Scritto da L'Orsetto Fa(s)cinoroso -
Una traferta natalizia

9 dicembre. Monza-Udinese (poi finita 1-2).

Tornando a casa guardo il mio amico. “C’è qualche bella trasferta da fare?” gli chiedo.
Controlla sul telefono.
“Ci sarebbe Parma-Monza il 28 dicembre alle 15” mi risponde.
“Ci sta” rispondo.

Ed eccoci qua, 28 dicembre, sveglia alle 7 di mattina e partenza alle 8, imbocchiamo la A1, direzione Parma. 144 chilometri, 90 minuti di viaggio passati tra cori, battute e partitine a Brawl. Appena arrivati caos totale, lo stadio del Parma, il “Tardini”, si trova in pieno centro; tra strade chiuse e il traffico cittadino ci perdiamo, per fortuna troviamo un centro commerciale e decidiamo di parcheggiare lì.

In giro non possiamo dire di essere passati inosservati, tra sciarpe biancorosse e felpe con scritto in grande “ULTRAS MONZA” abbiamo ricevuto molte occhiatacce in giro per la città, anche se devo dire che tutti i tifosi del Parma con cui ci siamo fermati a parlare sono stati davvero molto cordiali e gentili.

Prima delle vacanze di Natale avevo chiesto al professore Sciuto cosa ci fosse di bello da vedere a Parma. “Sicuramente il Duomo di Parma” mi risponde. E questa fu infatti la prima tappa del nostro giro turistico.

Il Duomo di Parma

Sinceramente, appena l’ho visto sono rimasto abbastanza deluso. “È meglio il nostro” dico al mio amico, ma appena entriamo cambia tutto. “Incredibile”, penso tra me e me. Siamo rimasti stupefatti dalla bellezza dell’interno, ma soprattutto dai vari giochi di luce che le vetrate creavano, come si possono vedere in foto.

Interno del Duomo di Parma

Fatta una preghierina per chiedere di rimanere in serie A, ci dirigiamo a mangiare alla trattoria “Al tribunale” di Parma (mangiato benissimo, consiglio vivamente per chiunque sia di passaggio a Parma), prima di andare finalmente allo stadio. Stadio che non è stato all’altezza del suo statuto leggendario, pare incredibile pensare che qui il Parma abbia vinto 2 coppe Uefa negli anni ’90. Malridotto, sporco, arrugginito, in poche parole abbandonato; le due curve non sono coperte e la tribuna est è completamente costruita con le impalcature. In un settore ospiti scomodo, alto e stretto, la nostra partecipazione è molta, la grinta e la voglia di crederci fino all’ultimo altrettanto; di fronte a noi un ambiente scarico, vocalmente sovrastato dagli 800 tifosi biancorossi giunti in Emilia e una curva che ha esaurito il mordente di una scalata dai dilettanti di pochi anni fa.

Allo stadio!

Purtroppo, usciamo nuovamente sconfitti e disillusi dal rettangolo verde, nonostante questo, quel giorno ci siamo divertiti tantissimo e, sulla via di ritorno, chiesi al mio amico “Qual è la prossima?”, accompagnato dalle sue risate.



Le immagine utilizzata per questo articolo sono state scattate dall’autore.

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