Volano scarpe in aula magna… ma è Futurismo!

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Volano scarpe in aula magna… ma è Futurismo!

Il Futurismo è uno di quegli argomenti che vengono trattati a scuola e che molti di noi studiano più per obbligo che per un autentico interesse, in quanto viene ritenuto noioso. In realtà, si può dire di tutto sul Futurismo: che sia strano o bizzarro, ma noioso proprio no.

Il 7 febbraio 2025 la nostra classe, insieme ad altre, ha assistito ad uno spettacolo che aveva lo scopo di farci immergere appieno nella cultura e nella mente dei futuristi.

In un primo momento, eravamo tutti sconvolti dal comportamento dell’attore: correva, si fermava e poi riprendeva a correre di nuovo. Con un abbigliamento molto particolare, composto da un maglione fucsia, dei pantaloni blu elettrico, delle scarpe rosse e delle calze gialle leopardate, girava per tutta l’aula magna, saliva sulle sedie e leggeva cambiando tonalità della voce continuamente… Insomma è stato uno spettacolo insolito, ma più il tempo passava più cominciavamo ad immergerci nella cultura futurista, di cui il comportamento dell’attore rappresentava le caratteristiche. Le corse sfrenate, per esempio, avevano lo scopo di farci capire uno dei punti cardine del movimento: la velocità. I futuristi proiettavano infatti l’essere umano nel tempo che corre e ciò si può vedere ancora oggi nelle sculture che trasmettono questa sensazione di dinamicità totalizzante.

Attraverso la sua “lezione-spettacolo”, l’attore ha trattato il Futurismo a partire dalla sua nascita “ufficiale”, nel 1909, con la pubblicazione del “Manifesto del Futurismo” da parte di Filippo Tommaso Marinetti, principale protagonista del movimento in Italia.

Quello che ha reso lo spettacolo veramente interessante, oltre al suo essere inconsueto, è quindi l’essere riuscito a trasmetterci delle peculiarità del movimento in modo diverso dal solito e molto divertente.

Un momento particolarmente interessante è stato quello in cui l’attore ci ha fatto sperimentare la musica dei futuristi; o meglio, più che musica sarebbe meglio definirla accostamento di rumori… e che rumori! Anche in questo caso i protagonisti siamo stati noi, che abbiamo ripetuto urli, ululati, borbottii… diventando dei musicisti futuristi provetti. Ovviamente, potete immaginare quante risate ci sono state dopo aver riprodotto dei rumori strambi.

Un altro momento singolare è stato la ricreazione delle serate futuriste. L’attore infatti, verso la fine dello spettacolo, ha iniziato a lanciare delle palline tra il pubblico e noi perspicacemente abbiamo capito che dovevamo rilanciarle. Ogni volta che una pallina prendeva il volo, ce n’erano altre 4 che cascavano a terra… Insomma, siamo arrivati alla fine di questa “ricreazione di una serata futurista a teatro”, in cui anche le scarpe dell’attore sono state lanciate. Effettivamente, all’inizio sembrava un momento bizzarro e privo di senso, ma era la precisa rappresentazione di quello che facevano i futuristi, decidendo di prediligere l’irrazionalità e infastidendo addirittura il pubblico, abbattendo per primi la quarta parete del teatro.

Ciò che abbiamo raccontato fino a qui appare divertente, ma è importante sottolineare che i futuristi hanno influenzato completamente il modo in cui viviamo. La moda che doveva essere alla portata di tutti, l’invenzione dei drink di colori diversi per garantire più vivacità alla bevanda o anche le scarpe da tennis e la tuta da ginnastica sono state progettate tutte dai futuristi.

Divertimento, stranezza, velocità… Ma c’è un’altra parola che contraddistingue questo movimento: nazionalismo. I futuristi pensavano fermamente che era necessario andare a combattere, completare l’Unità d’Italia e glorificare la guerra come gesto eroico. Ma perché la guerra era così importante per loro? Semplice, perché serviva per distruggere la società antica, vecchia e troppo conforme al fine di crearne una nuova, innovativa… in una parola: futurista.

Questo spettacolo è stato molto bello e interessante, anche se crediamo sia necessario coglierne la profondità, perché, dietro a delle azioni apparentemente insignificanti o semplicemente strambe, erano in realtà celati messaggi molto più profondi.

Noi ragazzi abbiamo avuto la possibilità di essere dei veri e propri spettatori della vita futurista, una cultura con non poche contraddizioni: affermavano la distruzione dei poteri tradizionali, ma non pensavano di accettare nella loro nuova società le persone deboli. Disprezzavano la donna, ma al tempo stesso la esaltavano quando proclamava la sua libertà…. Insomma è stato un movimento molto ricco e complesso, ma sicuramente senza di loro, oggi, il mondo sarebbe un po’ meno divertente.

- Marzia e Chiara -

L’immagine utilizzata per questo articolo è un’immagine dell’opera La città che sale di Umberto Boccioni, pubblicata con licenza CC0

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